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Venerdì 08 Giugno 2012 09:03

 

ATTTOGAS

Di Matteo Aiani

Micropolis Maggio 2012

 

I fautori del capitalismo amano rappresentarlo come il sistema economico che per eccellenza è in grado di realizzare il trionfo dell'individuo. Le impostazioni contrarie- che ci sentiamo di condividere- rimancano, piuttosto, come esso tenda a piegare tanto le aspirazioni ed i bisogni dei singoli, quanto l'ambiente naturale, alle esigenze di un sistema economico che, di fatto è controllato da un'elite ed è finalizzato ad una perpetua realizzazione del profitto.

Da questo punto di vista dunque, il capitalismo pare non liberare gli individui, al contrario li costringe a lavorare in relazione ai dettami di un complesso sul quale non posso esercitare la benchè minima forma di controllo.

Questo sistema, che si dipana- celato da una molteplicità di forme- dal XVI secolo, pare caratterizzato da una particolare longevità, oltre da una singolare capacità di rinnovamento e di adattabilità.

Lontani, ancora, dal suo abbattimento- e sostituzione- ed in attesa di un più realistico, nonché agognato, corpus di riforme in grado di imbrigliarlo e regolarlo, è possibile assumere una serie di comportamenti tesi ad operare un tempo, sia una critica al suo mainstream , sia la concreta adozione di uno stile di vita alternativo. È proprio l'intento di contribuire a realizzare questa prospettiva ad aver orientato, anche nella nostra regione, la creazione dei gruppi di acquisto solidale (gas), un arcipelago che, negli ultimi anni, sta conoscendo una progressiva crescita e partecipazione. La coincidenza tra l'acuirsi della crisi economica e il progressivo favore riscontrato dai gas esplicita, ancora una volta, come le condizioni materiali determino negli individui uno stimolo decisivo alla riflessione e all'adozione di comportamenti eterodossi. A livello nazionale, a ben vedere, il fenomeno ha iniziato a germogliare sul finire degli anni '90: oggi vi operano circa 600 gas- concentrati soprattutto nel centro nord dello stivale. In umbria quelli maggiormente attivi sono 10. Cerchiamo, dunque, di conoscere questa realtà- quasi in maniera pedissequa in riferimento alle classiche domande: chi sono, cosa fanno, perchè lo fanno- per gettare un cono di luce sulle dinamiche che soggiacciono alla loro formazione e azione.Ne abbiamo parlato con Alessandro Vigiani, membro del gas “GASpiterina” di Perugia, sorto nel 2008 intorno al quale orbitano 25/30 nuclei familiari.

I gas sono formati da un gruppo di persone assolutamente etorogenee da un punto di vista ideologico, ma accomunate da una critica all'imperante sistema economico- che decidono di incontrarsi per acquistare all'ingrosso prodotti alimentari o di uso comune da ridistribuire al proprio interno. Si tratta di una sorta di micricosmo, dotato di un'idea alternativa a livello sociale e ambientale, con una marcata caratterizzazione locale in toto autogestito e autorganizzato, che consente una reale, e fattiva, partecipazione dal basso, popolare e diffusa, scevra di istanza deleganti e delegate. La filosofia dei gas, come sottolinea Alessandro Vigiani “potrebbe essere riassunta nella formula: piccolo, locale, solidale ed etico “. L'ubi consistam, infatti, è rappresentato da un approccio contraddistinto dal consumo critico, in riferimento ad alcuni valori ritenuti centrali.

In primis, in opposizione al sistema delle multinazionali poggiati sulla grande distribuzione si intende privilegiare la dimensione locale, con particolare attenzione al comparto del food, in nome della strategia del km0 - per ridurre prezzi, inquinamento, consimi di energia e traffico per il trasporto merci - e della tutela dei diritti dei lavoratori.

In secondo luogo, la piccola dimensione consente di sviluppare un sentimento di solidarietà fra i membri del gas ed i piccoli fornitori, per instaurare un rapporto fondato sulla fiducia, che si nutre della loro reciproca conoscenza diretta.

Dalle parole di Vigiani, “ se un gas assume dimensioni eccessive è opportuno che si scinda in altri più ridotti per mantenere intatte quelle peculiarità- conoscenza diretta, scambi, relazioni, solidarietà- che soltanto la piccola dimensione può garantire pienamente e preservare, al contempo, il fondamentale canale fiduciario, in virtù del quale la merce cessa di essere un mero prodotto per divenire, al contrario, uno strumento di relazione tra soggetti”.

Questa notazione pare essere centrale : la fase del capitalismo che stiamo vivendo, quella post moderna, si caratterizza per il trionfo dell'immagine sulla sostanza, dell'effimero sul durevole, ed è segnata dal consumismo rampante, dalla mercificazione di uomini e cose, dal feticismo delle merci.

Appare necessario, dunque, tentare di contrapporsi all'universo valoriale propragato dall'economia globalizzata- ahinoi ormai largamente condiviso- che ha determinato la riduzione a merci, meri oggetti di consumo, prodotti che sono frutto di lavoro e di risorse naturali in una sorta di alienazione di marziana memoria.

Infine, l'elemento della socializzazione- realizzato con incontri a cadenza predeterminata- permette di condividere decisioni, idee ed esperienze di solidarietà, sino a veicolare uno stile di vita alternativo, più sobrio e sostenibile, teso alla riduzione del superfluo, per spezzare il circuito della costruzione del sé e del rapporto con gli altri- mostrato da Zygmuntbauman – fondato sulla logica del “consumo dunque sono”.

Vigiani rimarca le potenzialità insite in questa esperienza,m infatti “ un potere preso singolarmente è certamente piccolo, ma se viene moltiplicato per milioni di persone può condizionare , realmente, le multinazionali fino a coinvolgere l'intero sistema”. Attraverso questa modalità, a ben vedere, è possibile minare il sistema capitalistico nelle proprie viscere attaccando la linfa da cui trae sostentamento : il consumo, specie, quello fine a sé stesso.

All'interno dei gas, in questa fase di crescita, si volge lo sguardo anche al futuro ed una frontiera è rappresentata dalla creazione, a livello regionale, del Des- distretto di economia solidale- da realizzarsi insieme ad altri soggetti come, ad esempio, le cooperative ed il commercio equo e solidale. Si tratta di una piattaforma comune tesa ad allargare la rete e condividere esperienze, informazioni sui produttori, gestire gli ordini, fornire una rete di appoggio per i fornitori in crisi, sino a giungere- stando alle parole di Vigiani- “ad una sorta di mercato alternativo auto- protetto”.

A differenza di altre esperienze per certi versi affini, quella dei gas si pone come una modalità che nasce pienamente dal basso, che rivendica ed intende conservare il proprio margine di autonomia e condivisione, anche nei confronti della politica. L'Umbria, a tal riguardo, è stata la prima regione ad approvare, nel 2011, una legge ad hoc- su iniziativa dei consiglieri regionali Oliviero Dottorini e Paolo Brutti- per concedere l'erogazione dei finanziamenti a fondo perduto, volti ad incentivare la costituzione, il funzionamento e la promozione dei gruppi di acquisto solidale e popolare.

L 'iniziativa, sulla cui bontà non è mancata la discussione, non ha trovato ad esempio, in GASpiterina una sponda favorevole, infatti i contributi sono stati rifiutati. Le motivazioni che hanno orientato tale decisione afferiscono- dalle parole di Vigiani- “alla volontà di mantenere intatte le peculiarità di auto-gestione ed auto-organizzazione, senza alcun condizionamento esterno, e per la verità, il gas funziona bene così, non necessità di alcun contributo che, al contrario, potrebbero sortire effetti disgregativi o dinamiche poco limpide”. In un'epoca pregna di logiche votate alla ricerca di foraggiamenti finalizzati all'arricchimento- e non derivanti da reali necessità- anche questa scelta si pone come controcorrente e dotata di coerenza.

Ultimo aggiornamento Lunedì 11 Giugno 2012 10:59
 

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